Artista, poeta e performer veneziano (Venezia 1958). Dall’acqua lagunare alla trasparenza del vetro: identità, memoria, viaggio, ma soprattutto Vetro, come elemento intermediale alle sue opere. Formazione: Liceo Artistico, Accademia di Belle Arti di Venezia. Ha operato negli studi e fatto parte degli artisti di Palazzo Carminati “Opera Bevilacqua La Masa” di Venezia. Nel 1980 ha fondato il manifesto “VetroCantore” e “Poevetri”: la coniugazione tra segno, suono, trasparenza e luce. Dalle Vetroscritture alle vetroinstallazioni, dalle performances agli happe- nings, dalle vetropoesie a palinsesti scenici (interni/esterni), dalle riprese filmiche e video, a immagini ritrattate, riincise, graffiate su vetro, in un magma continuo di eventi che sfociano in: il “Vento del Vetro”, le “Macinatrici di Vetro”, “Packing glass in glass bo-xes”, “Microvetrovideo”, “VetrOrganica”, “Broken glass Bodies”, “Glass-Heart”, “Glass-Eyes”, “Vetr’acqua”, “Vetrosuono”, “Glass-Mobiles”, “Glass-Totemism”, “Glass-Tower”, “Glass-Poems”, “Glass-Blades”, “Glass-Land-Scapes”, “Glass-Traps”, “Glass-Im-plosion”, “Glass-Genetic”, “Glass-Lips and Glass-Bodies”, “Glass-Drops”, “Glass-Speed”, “Glass-Labyrinth”, “VetroVirus”, “Glass-Stones”, “Glass-neon”, “Glass-Organism”, “Glass-Framments”, “Glass-Letters”, “Glass-Pages”, “Glass-Poem”, “Glass-Books”, “Glass-Architecture”, “Glass-Light” etc.. Alessandro Cadamuro usa segnare, incidere, scalfire, percuotere, infrangere e assemblare vetri, ma anche altri materiali trasparenti e/o semitrasparenti: plexiglass, resine, gomme, siliconici, plastiche, metalli, elementi elettromagnetici, di amplificazione sonora, luminosa e ready made. Collabora con la rivista internazionale di poesia “Zeta” di Udine aderendo a numerosi progetti collettivi, fa inoltre parte del Cinema Indipendente Italiano. Dallo sciogliersi dell’acqua ai vetri, e vice-versa ancora, ancora una volta. Sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private, in Italia e all’estero.