Recensioni sull'artista Andrea Màzzoli


    ANDREA MÀZZOLI è nato a Maniago nel 1964 – dove ha lo studio di pittura – da una famiglia di origini contadine, poi dedicatasi come molte altre alla tipica attività fabbrile della zona. Fin da piccolo dimostra dedizione al disegno, ma è affascinato soprattutto dai colori. Le sue richieste di materiali per poter dipingere vengono trascurate finché uno zio, che ne ha intuito il talento, gli regala i primi tubetti di colore che Andrea inizia ad usare con entusiasmo di autodidatta, non potendosi permettere scuole d’arte e ancor meno l’agognata accademia, senza immaginare che quel desiderio mancato sia stato per lui provvidenziale, poiché i fuorvianti criteri didattici del modernismo lo avrebbero fatalmente contaminato, compromettendo la sua felice vena creativa e il suo efficace stile pittorico, in linea con la più nobile classicità. Egli si trova a vivere in un ambiente di cacciatori, che gli fa precocemente scoprire le stupefacenti varietà della flora e della fauna della sua terra, caratterizzata da quelle vaste spianate incolte che sono i magredi in cui la selvaggina si nasconde e si riproduce, rivelatisi scuola di vita e inesauribile fonte di ispirazione. Così il giovane Andrea inizia a conoscere le numerose varietà dei volatili, a distinguerne il canto, i piumaggi, le uova disuguali, l’ingegnosità dei nidi, fino ad impararne la binomiale nomenclatura del sistema di classificazione che lo svedese Carolus Nilsson Linnaeus ideò nel 1753, attribuendo genialmente a piante e animali due nomi latini: il primo riferito al genere, il secondo alla specie. Il padre e uno zio di Andrea, oltre che valenti artigiani, sono anche apprezzati in veste di suonatori nella banda del paese e anch’egli finisce per farvi parte, avendo imparato a suonare vari strumenti. La famiglia, che pure nota la sua propensione artistica, spinge Andrea a dedicarsi a meno aleatori lavori manuali, ai quali egli volonterosamente si adegua, coltivando però in ogni ora libera la passione per la pittura. Malgrado la giovane età, i primi esiti pittorici sono talmente convincenti, che tra i cacciatori si forma in poco tempo una platea di estimatori che si contendono i suoi espressivi soggetti naturali e che gli commissionano opere, fino a farlo decidere di dedicarsi unicamente all’arte. La sua fama si estende oltre l’Italia, grazie alle sempre più numerose richieste di pubblicazioni di sue opere su prestigiose riviste venatorie, ottenendo premi e riconoscimenti. La celebre fabbrica d’armi BERETTA sceglie di istoriare il calendario del 1991 esclusivamente con suoi dipinti. Giunto alla maturità, quell’età in cui si inizia a fare un bilancio di vita, Andrea Mazzoli avverte la necessità di ampliare il suo orizzonte creativo. Ha così inizio un nuovo ciclo di opere di carattere più intimista, per le quali l’autore rivolge il suo sguardo riflessivo agli oggetti della memoria, alle vestigia del tempo trascorso che ritrae con poetica nostalgia, ritrovando con affettuoso rimpianto la desolazione di vecchie officine abbandonate e di stalle vuote di animali, la decrepitezza di portoni e di muri scrostati, l’inutilità di macchine e arnesi miseramente obsoleti, il tutto travolto dalla frenesia tecnicistica che ha cambiato il nostro modo di vivere, fagocitando quel non lontano passato nel renderlo arcaico, se non leggendario. E allora il pittore maniaghese trova rivalsa in lunghe camminate tra i campi, rigenerando la sua interiorità a contatto col fervore della natura, immergendosi nella profittevole solitudine dei magredi, in quelle irsute praterie selvagge da lui amate dove si avventurava fin da bambino, per godere dell’infinita bellezza e varietà del creato e nutrire la sua poiesi di prodigiosi momenti che riversa felicemente nei suoi quadri.

    Giovanni B.D. Serafini