Recensioni sull'artista Carlo Piemonti

    CIELO E MARE

    Cielo e Mare è il titolo del progetto di Carlo Piemonti in cui ventuno tele raccontano, in un susseguirsi casuale e spontaneo, aria e acqua, contrassegnate da una data luce e da una precisa valenza atmosferica. Due dei quattro elementi naturali da cui hanno origine i fenomeni del cosmo vengono ricreati strato su strato, in un abbraccio di colori che si affrontano, si confondono, si compenetrano.

    La tavolozza è composta da molteplici toni e sfumature del blu, dell'azzurro e del bianco che impregnano spazi di superficie con il peso della loro intensità, a tratti densa, a tratti impalpabile. Il gioco di alternanze tra materico e evanescente crea un'articolazione di piani e di volumi che va a definire con una chiarezza avvolta nell'immaginario le sembianze di cielo e mare. L'orizzonte non è segnato da una linea netta bensì da una lama di colore profondo su cui si adagiano onde e nuvole, pigramente o con prorompente ingordigia, quasi a voler inghiottire increspature d'acqua e lembi di nubi.

    Pennellate veloci ne sovrastano altre intrise di energia e colore e vanno a rivelare la forma, protagonista assoluta del progetto artistico. Essa è contenuto, racconto, esperienza emozionale e si esplica attraverso i tre elementi che la determinano ossia la tecnica, i materiali e gli strumenti. La tecnica è il mezzo attraverso cui la forma si esprime concretamente ma è anche la maniera in cui l'artista trasforma la materia in idea creatrice approdando ad una personale ed esclusiva visione formale e spaziale. Gli strumenti che egli utilizza, guidati dalla sua mano, contribuiscono a rendere materia l'idea e forma la materia.

    In Cielo e Mare, dove forma è colore, non si assiste tuttavia all'abbandono del soggetto ma viene estrinsecata una dualità sempre in tensione tra immagine e non immagine, dando largo spazio alla forza espressiva della pittura, instradata con discrezione dal segno che a tratti solca la tela per poi confondersi e inabissarsi nei pigmenti turchesi, indaco e cobalto. Il coinvolgimento emotivo è istintivo, stimolato da una ancestrale attrazione verso l'aria e l'acqua, due elementi naturali e archetipi originari, fonte d'ispirazione e suggestione da tempo immemorabile. Passando da una tela all'altra lo sguardo si immerge nel mare per poi farsi accarezzare dal vento e da un sole che, seppure non visibile, si percepisce nella sua piena esultanza.


    Il paesaggio in forma, colore e sentimento

    È una pittura di paesaggio quella di Carlo Piemonti, contemplazione della natura e dunque osservazione, meditazione, meraviglia. L'artista non dipinge solo ciò che si può vedere - luci e ombre continuamente mutevoli, maree ribollenti e cieli affollati di nubi -; nelle sue opere emerge l'idea di paesaggio come specchio dei sentimenti, forma fatta di colori, ricordi e suggestioni. La sequenza delle marine, dissimili l'una dall'altra per intenzione e ispirazione geografica eppure assonanti e affini, fomenta tali sentimenti che si alimentano tela dopo tela, concedono alcuni istanti di assoluta serenità. Scorci di vedute di differenti località, osservati singolarmente raccontano la loro irripetibilità, eppure il loro avvicendamento crea l'illusione di essere immersi in un unico mare screziato, sovrastato da un immenso, mutevole empireo.

    Un'unità temporale limitata raccontata in un singolo dipinto diviene smisurata nel susseguirsi ritmico delle ventuno opere. Ciò che viene steso sulle tele non è solo colore ma una corrispondenza di suggestioni, presagi, scritture, mappe e notazioni che mutano con le variazioni atmosferiche delle raffigurazioni.

    Una struttura dell'immagine costante viene rinnovata da un alternarsi continuo di profondità e trasparenze. Sono gli effetti di colore e di luce a prevalere e ad imporsi su una descrizione dettagliata sfociando in una visione quasi astratta; dense e pastose pennellate delineano i soggetti per grandi masse che vanno poi a disperdersi in rarefatti orizzonti e fiotti schiumosi, inseguendo momentanee condizioni atmosferiche.


    La fotografia che trattiene la memoria

    Il progetto espositivo di Carlo Piemonti vede le ventuno tele accompagnate da numerose fotografie che ritraggono i medesimi soggetti ricreati in acrilico.

    In questa convivenza tra immagine fotografica e pittorica la fotografia diviene strumento di ausilio, una silente quanto eloquente suggeritrice che vigila affinché la memoria dell'artista non travisi quell'immagine che lo ha suggestionato, attratto, emozionato nell'istante rivelatore.

    In un qual modo Cielo e Mare consiste in una specie di progettazione mentale dell'opera prima che venga iniziata, un modo particolare di vedere ciò che poi sarà dipinto. In principio c'è lo sguardo istintuale, si potrebbe definire ingenuo, non mediato, che attraverso la macchina fotografica viene trattenuto, reso eterno e immutabile; il processo seguente vede la realizzazione dell'immagine su tela dove la libertà dell'immaginazione e del ricordo deve convivere con uno sguardo già presente e tangibile.

    Piemonti sceglie un percorso concettuale in cui memoria, fantasie e ispirazioni sono si spontanee ma garbatamente mitigate da quelle registrazioni digitali che lo portano ad anticipare parte delle sue intenzioni creative in una prospera complicità.

    La fotografia fissa un'immagine e sulla tela questa immagine cresce, si nutre di colori ed emozioni, diviene flusso, ondata, impeto, brezza, soffio, respiro. Diviene Cielo e Mare.

    Elisa Plesnicar