Paola Martinella, originaria di Coseano (in provincia di Udine) e residente a Feletto, è artista che si dedica alla ricerca da oltre quarant’anni con impegno crescente nello studio dei movimenti artistici contemporanei e in una sintesi personale, da anni ormai pienamente riconoscibile nell’ambito delle esperienze informali. È stata presente in diversi centri dello scenario europeo, in rassegne importanti anche presso gli Istituti Italiani di Cultura di Austria, Germania, Polonia, Slovenia e Ungheria.
Nella fase progettuale della sua ricerca produce un’azione d’indagine retrospettiva e va a prelevare nello scrigno della memoria fatti, personaggi e vicende che traduce in puri fenomeni di segno e di luce. La pittura si fonda su una partitura della superficie che imbriglia lo spazio in un reticolo di pennellate, con cui la sostanza del visibile diviene essenza dell’appena percettibile. In effetti, l’opera dell’artista si attesta su quel crinale dal quale spesso deborda verso l’allusione di tipo naturalistico (in certi colori è presente l’atmosfera registrata nel paesaggio a lei familiare, quello del Friuli collinare) oppure verso l’astrazione pura, in cui è possibile cogliere il guizzo perentorio di trasparenze come metafore di profondità; in alcuni casi all’occhio dell’osservatore si prospettano consistenze materiche come elementi strutturali di una realtà formata dalla fantasia dell’autrice, che intesse stesure con tracce di luminosità variabile dentro un contesto cromatico quanto mai ricco di umori.
Negli esiti più recenti Paola Martinella conferma che, sullo sfondo della sua cultura, il centro è occupato soprattutto dalla presenza seducente di Afro. L’artista costruisce una griglia di pennellate che creano in ogni quadro i presupposti per un evento di luce, portata a innervare le corsie cromatiche, dove si evidenzia con chiarezza la trama costitutiva della superficie dipinta. L’opera nasce per un complesso di stesure sovrapposte che animano trasparenze e corposità con le quali si alternano le scansioni interne della tela. L’immagine risalta per via di quella sistematica emergenza del bianco o del giallo che creano momenti di accensione nell’universo dilatato di Paola Martinella. Il repertorio cromatico è quanto mai ampio e sviluppa una serie di sotto-toni in cui solitamente digrada la tinta dominante. In tal modo il colore si rivela come riverbero autentico d’emozione, che si veicola nel pigmento, disposto a una duttilità fisica capace di rispondere al ricco mondo interiore dell’artista.
Quando la voglia di racconto sfuma fino alla disgregazione completa anche dell’allusione figurale, il dipinto si presenta come un piano reso effervescente da fonti luminose che si muovono in profondità dentro un flusso continuo di materia incandescente.
Enzo Santese