I quadri di Sergio Tirelli esprimono un respiro e un sussulto, un respiro ampio se li guardi da una certa distanza, nella distesa dei colori che raccontano territori esistenziali, un sussulto se ti avvicini, e cogli ciò, perché l'anima e la coscienza estetica parlano di un autore di cui puoi assaporare ogni apnea vitale, il segreto di un operare che rimane suo, intimo e personalissimo.
La valenza estetica di questa ricerca è solo parzialmente riservata all'alter, il senso profondo, il disegno e il colore che si trovano in queste opere non sono ludici, ma intimi, parziali messaggi esterni, in quanto al centro c'è l'io.
Eppure Tirelli possiede uno slancio che può coinvolgere l'altro cosicché noi siamo alter confrontati all'io pittore, che possiamo entrare nella sua opera, ma dobbiamo farlo con garbato rispetto per un mondo esistente, concreto, vero e non finto, penetrato di profondi silenzi, come lettere d'amore che ti raccontano di essere profondamente legame di vita.
Vito Sutto