Recensioni sull'artista Sergio Tirelli

    Le luci nel buio

    La poetica pittorica di Tirelli mi pare una luce che attraversa un buio.

    E del resto il buio esistenziale è spesso attraversato da profondi parlati di luce, da parabole luminose che accendono con fragore un palcoscenico che ne abbisogna.

    La sensibilità di questo autore che si nutre spesso di musica, la quale accompagna la creazione, si nutre di conoscenze e di ammirazione astrattista.

    Del resto il secolo breve ha lasciato una profonda eredità e un'autorevole segno.

    Credere che la figurazione non sia nella sua visione tradizionale, l'unica parte del mondo sensibile, non è proprio una novità.

    Allora Tirelli affronta il nostro secolo con la tensione luminosa e con la fiducia emozionale che elude una razionalità evidente, ma che la possiede tutta intera.

    La razionalità evidente ci porterebbe a immagini di leggibilità immediata. Tirelli di contro ci lascia immaginare la lettura, ci lascia penetrare con libertà che è per noi stessi compositiva, nella sua elaborazione.

    E qui sta la razionalità, l'intuizione che il tutto e il nulla appartengono alla nostra contemporaneità carica di ogni bene immaginabile e consumista persino nel pensiero.

    Come fare a penetrare il silenzio? Questa mi pare una necessità di questa pittura, come puo' un uomo che vive una professionalità diversa da quella storico artistica, entrare nella dimensione quasi museale della sacralità della creazione?

    Con il pensiero, io dico, nutrito dalla lettura e dalla propria esperienza personale, con la lettura del non visto ma dell'immaginato.

    E allora mi vengono in mente passaggi della letteratura europea (soprattutto italiana per la mia personale esperienza) che possono essere prestiti adeguati a commentare i suoi dipinti apparentemente senza logica costruttiva, in realtà profondamente razionali.

    E cosi ho scritto delle frasi che accompagnano ogni quadro che appare in questa pubblicazione.

    Sono considerazione che l'autore mi ha ispirato e le consegno a chi legge con tanta tensione, che spero sia quella stessa che ha accompagnato il pittore

    Vito Sutto